Jan Fabre e Mino Bertoldo, 40 Anni di poesia della resistenza dal 3 al 30 ottobre 2025
Dal 3 al 30 ottobre il Teatro Out Off organizza per il secondo anno il Festival Fabre. Con il significativo titolo Jan Fabre e Mino Bertoldo: 40 anni di poesia della resistenza, si vogliono celebrare i 40 anni di collaborazione tra Jan Fabre e il Teatro Out Off diretto da Mino Bertoldo, ma anche i 40 anni di lunga amicizia e sodalizio artistico. Fabre e Bertoldo si sono conosciuti nel 1985, in occasione della rassegna Sussurri o grida, ideata e curata dallo stesso Bertoldo: da lui invitato, il giovanissimo Fabre portò in scena lo spettacolo Il potere della follia teatrale presso il Teatro Nazionale di Milano (in quegli anni l’Out Off era una realtà diffusa, senza ancora una sede stabile). Nel 1987 Fabre è stato nuovamente ospitato presso lo spazio Krizia, all’interno del Simposio “Teatro e Comunicazione”, ideato e organizzato da Mino Bertoldo in occasione del premio David Campbell-Harris, un momento di riflessione sul senso di fare teatro. Mantenendo intatta la profonda amicizia, nel 2004 Jan Fabre ha inaugurato la nuova sede del Teatro in via Mac Mahon portando in questa occasione lo spettacolo The crying body. Vent’anni dopo, nel 2023, Fabre ha portato in prima nazionale all’Out Off Peak Mytikas. (On the top of Mount Olympus), imponente performance di otto ore. Sempre nel novembre 2023, il Teatro Out Off ha ospitato anche il primo workshop a Milano del Jan Fabre Teaching group. Nel 2024, in apertura della 49ª stagione, si è tenuto il Festival Fabre Amore e bellezza sono i poteri supremi, nel quale sono stati presentate cinque nuove produzioni della compagnia Troubleyn/Jan Fabre con i testi e la regia di Fabre, di cui due prime mondiali (“Io sono un errore” con Irene Urciuoli, “I’m sorry” con Stella Höttler) e tre prime nazionali.
Il Festival Fabre ospita sei spettacoli di cui due prime mondiali che inaugurano questa edizione: La poésie de la résistance (3, 4, 8 ottobre) con Annabelle Chambon e Cédric Charron e Una tribù, ecco quello che sono con Irene Urciuoli (10, 11 e 22 ottobre). Tornano poi in scena due lavori di Jan Fabre che proprio qui hanno debuttato nella scorsa edizione: I believe in the legend of love con Ivana Jozić (17 e 18 ottobre) e Io sono un errore con Irene Urciuoli (24 e 25 ottobre). In programma anche due spettacoli su testi di Fabre: Il re del plagio, adattamento, regia e interpretazione di Roberto Trifirò, produzione 2025 Teatro Out Off (14 e 15 ottobre), e Giornale notturno (1978-2012) con Carolina Migli Bateson e la mise en espace di Edoardo Callegari e Carolina Migli Bateson (29 e 30 ottobre).
Nell’ambito del Festival anche quest’anno si tengono due Jan Fabre Teaching Group dal 30 settembre all’8 ottobre (condotto da Annabelle Chambon e Cédric Charron) e dal 20 al 28 ottobre (condotto da Irene Urciuoli).
Il Festival è realizzato con il contributo di Fondazione Cariplo e di Regione Lombardia. Troubleyn/Jan Fabre è sostenuta dalla Comunità fiamminga. La compagnia Troubleyn/Jan Fabre è sponsorizzata da Katoen Natie.
Orari spettacoli: ore 20.00
Prezzi: Intero 25€ | Ridotto under26 17,5€ | Ridotto over65 12,5€
Biglietti online su Vivaticket
Per i possessori dell’abbonamento Invito a Teatro è riservato un biglietto a tariffa agevolata. Prenotando allo 02 34532140 / biglietteriaoutoff@gmail.com e indicando il proprio codice del proprio abbonamento è previsto un biglietto al costo di 12,50€ cadauno anziché 25€ e una promozione coppia (2 biglietti) a 20€ totali anziché 50€.
Prenotazioni e informazioni: T. 0234532140 | M. biglietteriaoutoff@gmail.com
“Sono lontani i tempi in cui a Milano passava quello che di nuovo, inesplorato si vedeva in Europa: proposte inconsuete, coraggiose, che poi hanno poi fatto la storia del teatro, dell’arte, da Tadeusz Kantor a Bob Wilson. Tra i luoghi attivissimi negli anni Settanta e Ottanta, c’era il Teatro Out Off che era una cantina in viale Montesanto, dove è passata davvero “la storia”, almeno per quanto riguarda sperimentatori delle arti visive e performer. Tra questi c’era Jan Fabre, allora giovanissimo e sconosciuto, oggi considerato una celebrità nel mondo dell’arte e in quello del teatro, che festeggia l’amicizia quarantennale con il Teatro Out Off e con il suo ideatore e direttore, Mino Bertoldo con un ‘Festival Fabre’ in programma da oggi, 3 ottobre, al 30 nella sede attuale dell’Out Off in via Mac Mahon a Milano.
Intitolato ‘Jan Fabre e Mino Bertoldo: 40 anni di poesia della resistenza’ la rassegna rende omaggio a una doppia avventura: quella di un piccolo teatro che ha esplorato,ospitato e sostenuto le avanguardie artistiche e di un artista che ha segnato una tappa importante in quel territorio. Fabre e Bertoldo si erano conosciuti nel 1985. L’Out Off organizzava una rassegna, ‘Sussurri o grida’, ideata e curata dallo stesso Bertoldo, che portava a Milano forze completamente nuove del teatro, giovani noti e poco noti, artisti visivi che lavorano sulla performance, poeti, nuove forme di scrittura, artisti che lavorano sul suono …
Jan Fabre era un giovane artista e performer belga, che si era fatto conoscere per i suoi interventi, radicali nella proposta. In quel 1985 era arrivato a Milano con Il potere della follia teatrale, il suo primo vero spettacolo corale, dove dirigeva altri giovani performer e ballerini: lo spettacolo, forte di una fisicità estrema, di molti nudi, di un ritmo forsennato, scombinava tutti i cliché teatrali, e anzi, giocava con ironia con le convenzioni anche quelle più di avanguardia, per imporre una nuova visione del teatro. Due anni dopo, Fabre torna all’Ou Off da star. Nel 2004 inaugura la nuova sede del teatro con lo spettacolo The crying body.
Poi due anni fa, Fabre sceglie di portare all’Out Off la prima nazionale di Peak Mytikas. (On the top of Mount Olympus), straordinaria e imponente performance di otto ore del suo eccellente collettivo di performer, la compagnia del Troubleyn. E infine lo scorso anno, la prima edizione del ‘Festival Fabre’, con la presentazione di una serie di assoli tratti dalle pagine dei suoi diari, raccolta di riflessioni quotidiane sulla vita e sull’arte pubblicate in diverse lingue e in tutto il mondo.
In questi giorni Fabre propone ancora un ciclo di assoli, di cui due prime mondiali […] Il leit motiv che unisce molti di questi lavori è la riflessione sull’arte, sulla libertà di espressione, sul valore dirompente che l’arte ha, quasi per statuto: temi che hanno sempre attraversato l’opera di Fabre, sia in teatro che nel campo della scultura e della pittura. Tra questi La poésie de la résistance che apre e debutta al festival, è uno dei risultati più forti e radicali. Scritto da Jan Fabre nel 2024, con la drammaturgia di Miet Martens e interpretato da Annabelle Chambon e Cédric Charron, è un grido contro le forme di oppressione che per Fabre uccidono l’arte. In scena i due performer sono gli esponenti di un movimento di resistenza artistica: i loro corpi diventano strumenti di lotta contro il conformismo. Colpiti, eliminati, si riprendono e tornano continuamente in vita. Fabre dice che il testo si ispira al pamphlet Indignez-vous! di Stéphane Hessel e alla poesia Liberté di Paul Eluard. Anche l’altro debutto Una tribù, ecco quello che sono, con Irene Urciuoli, scritto nel 2004, parla di arte e del valore dell’arte, ma stavolta concentrato sul ‘teatro della crudeltà’ di Antonin Artaud, un inno alla verità del teatro e dell’attore, alla primordiale verità del corpo in scena che più si lascia attraversare dalle ‘peste’, più si libera cioè delle convenzioni sociali, più può rivelare l’essenza spirituale della vita. Anna Bandettini, Post Teatro – la Repubblica, 3 ottobre
“Di lui si dice che è uno spirito molesto. Non per offenderlo, ma per quanto è sovversivo e sconvolgente Jan Fabre, artista visivo, regista, performer celebre in tutto il mondo, che con furia e sincerità si batte per l’arte come arma viva di bellezza e purezza, contro ciò che è corrotto, ordinario. Un importuno utile, dunque. E lo conferma il 𝐹𝑒𝑠𝑡𝑖𝑣𝑎𝑙 𝐹𝑎𝑏𝑟𝑒 a Milano, per il secondo anno all’Out Off di Mino Bertoldo: sei spettacoli, fino al 30, dai testi di Fabre che sono vere rappresaglie contro il mondo (il più celebre, 𝐷𝑖𝑎𝑟𝑖𝑜 𝑛𝑜𝑡𝑡𝑢𝑟𝑛𝑜, a Madrid sarà con Javier Bardem) e con i suoi attori del Troubleyn e sua regia, altri con interpreti italiani tra cui Roberto Trifirò. Emozioni forti hanno suscitato le due novità: 𝐿𝑎 𝑝𝑜𝑒́𝑠𝑖𝑒 𝑑𝑒 𝑙𝑎 𝑟𝑒́𝑠𝑖𝑠𝑡𝑎𝑛𝑐𝑒 con Annabelle Chambon e Cédric Charron e 𝑈𝑛𝑎 𝑡𝑟𝑖𝑏𝑢̀, 𝑒𝑐𝑐𝑜 𝑞𝑢𝑒𝑙𝑙𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑜𝑛𝑜 con la notevole Irene Urciuoli (22 ottobre), due veri manifesti poetici. Nel primo, artisti-sciamani, colpiti a morte, continuano a risorgere gridando la propria libertà; il secondo, è la progressiva trasformazione di una donna circondata da chili di cipolle che mangia e con cui si strofina viso e corpo, fra profezia e delirio, follia e purificazione per dirci che la “vera rivoluzione non può che essere mentale”. Dietro a tutto c’è l’immenso lavoro di disciplina, la costruzione dell’attore in un artaudiano “atleta del cuore”, in cui Fabre è considerato un maestro tra i grandi maestri del ‘900.” Anna Bandettini – la Repubblica, 13 ottobre







