Spettacolo in scena

Fino a domenica 9 febbraio è in scena El Marchionn e La Ninetta: Carlo Porta nel mondo degli ultimi, con la regia di Lorenzo Loris. Lo spettacolo porta in scena la bella traduzione in poesia italiana di Patrizia Valduga di due dei maggiori componimenti di Carlo Porta, nel 250° anniversario dalla nascita: Él lamént del Marchiòn d’ì gàmb avèrt (Lamento di Melchiorre dalle gambe sbilenche) del 1816 e La Ninetta del Verzee (La Ninetta del mercato) del 1814, entrambi considerati i capolavori massimi di poesia in dialetto milanese e tra le opere più significative dell’illustre autore meneghino. La versione in rima italiana della poetessa e traduttrice Patrizia Valduga, che traduce con arte e unicità la poesia del Porta, si integra nello spettacolo con alcuni versi originali in dialetto milanese: scelta di Lorenzo Loris che crea nell’opera un’osmosi di due mondi linguistici e culturali che si intrecciano l’uno con l’altro. Lo spettacolo, che vede in scena Elena Callegari e Mario Sala con Tommaso Di Pietro, restituisce con espressività personaggi popolari e di umile condizione insieme a un affresco vivido della Milano del primo Ottocento, in fervente trasformazione.

“Si tratta di due storie di esplosioni e lacerazioni di sentimenti, ma non solo. In esse è manifesto il dolore di una classe popolare, “povera”, a cui Carlo Porta dà voce e dignità letteraria. E in quelle figure popolari si possono riconoscere tanti poveri di oggi, dilaniati dall’abbandono, dalla solitudine, dalla miseria. Quell’esplosione la ritroviamo nei dipinti di Franzi: nelle pareti domestiche, nelle mura cittadine. C’è, nei protagonisti, la necessità di dover rendere partecipi gli altri simili del proprio destino, del proprio abbandono, cercando almeno una consolazione nel condividere una pena personale. È un grido d’aiuto quello che si nasconde dietro l’ironia e la sagace vivacità delle descrizioni poetiche. Qualcosa che anche per noi, testimoni del nostro tempo, somiglia alla deflagrazione, alla lacerazione dei sentimenti, all’abbandono in cui gran parte della nostra società può riconoscersi. Sentimenti che, nel tempo in cui viviamo, sono all’ordine del giorno, dove le classi popolari “povere” diventano sempre più indigenti e abbandonate. Dietro a quella solitudine possiamo riconoscere la nostra solitudine contemporanea.” Lorenzo Loris, regista

Le due storie portate in scena raccontano passioni e soprusi amorosi: le disavventure di Ninetta, una pescivendola che lavora al mercato comunale che viene raggirata da un giovane privo di scrupoli, e di un ciabattino, Melchiorre, che suona il mandolino in una sala da ballo e viene circuito da una donna disonesta. Le due poesie sembrano interfacciarsi a specchio e finiscono per scivolare una nell’altra, restituendo uno spaccato di vita popolare di straordinaria vivacità e inesauribile vitalità. Nel testo vengono dipinte scene di una Milano brulicante di suoni, odori e personaggi che sembravano essere sepolti nel nostro animo più profondo e che l’umorismo, la pietà e l’amore del Porta per la sua “gente” ci riportano alla coscienza.

Obiettivo della nuova produzione del Teatro Out Off è quello di avvicinare il pubblico all’opera di Carlo Porta – massimo esponente della poesia in milanese – che ha saputo come nessun altro ritrarre in versi la vita del suo tempo in tutta la sua potenza e in tutta la sua varietà contraddittoria. Con il medesimo desiderio di far conoscere Porta al di fuori della cerchia dei filologi e degli specialisti è nato il libro della Valduga, edito da Einaudi nel 2018:

“Patrizia sembra avere trattato il dialetto milanese di Porta come più volte ha trattato le lingue straniere che ha tradotto: da Shakespeare, a Moliere, a Mallarmé, ecc. Scrivere in versi per Patrizia sembra essere un conforto, una medicina. In essi cerca di comunicare ai lettori la sua passione per la poesia: la gioia a scriverla e il piacere a leggerla. Nella poesia del Porta contano molto il ritmo, la musicalità e la forma. La poesia è una successione di suoni e di ritmi. Anche i versi liberi non sono mai liberi perché devono stare all’interno di una metrica, secondo una loro intrinseca necessità. Questo ordine, questa necessità ne ritmano il significato, anzi i significati: la poesia deve sempre dire di più di quel che dice.

La Ninetta del mercato e Lamento di Melchiorre dalle gambe sbilenche sono due componimenti che esprimono il rammarico per aver perso l’illusoria felicità, ingenuamente malriposta, nei confronti di un giovane e di una donna ammaliatrice, rispettivamente el Pepp e la Tetton. Per cercare di recuperare quelle atmosfere ho voluto integrare, insieme alla traduzione di Patrizia Valduga, alcuni versi originali di Carlo Porta alternandoli con la versione italiana a seconda del significato e creare così un cortocircuito linguistico che favorisca un accostamento fra il tardo Settecento lombardo e la contemporaneità. Quest’opera di avvicinamento tra la lingua italiana di oggi e il dialetto autentico del Porta crea una stretta compenetrazionedi due universi culturali.

Nell’introduzione della prefazione del libro, la poetessa riporta uno scritto di Giovanni Raboni sul grande poeta milanese: il critico letterario sostiene che per mettere chiunque non conosca l’antico dialetto milanese del Porta nella condizione di capire o almeno di immaginare come “suonano”, cosa “sono” al di là del significato letterale, i versi di questo grande autore, “occorra una traduzione vera, una traduzione capace di suggerirne la struttura metrica, e la specificità figurale.” Il lavoro che abbiamo svolto con gli attori tiene come caposaldo la traduzione di Patrizia Valduga proprio per far conoscere il grande poeta al di fuori di una nicchia ristretta di fedelissimi e studiosi.” Lorenzo Loris

Le musiche originali dello spettacolo sono composte dagli allievi del “Corso di Musica per l’immagine” della Civica Scuola di Musica Claudio Abbado, una delle più importanti istituzioni identitarie della città di Milano, fondata nella seconda metà dell’Ottocento. I fondali della scenografia sono stati dipinti da Giovanni Franzi, artista che pone al centro delle sue opere la vita della città e l’interesse per l’essere umano, elementi chiave della poesia del Porta due secoli e mezzo prima.

“Merito dunque all’Out Off di aver riscoperto questa “bellezza” antica, ma ancora potentemente comunicativa, del Porta con El Marchionn e La Ninetta: Carlo Porta nel mondo degli ultimi, un dittico diretto da Lorenzo Loris, artefice di questa operazione, che abbina due celebri storie, “Il lament del Marchionn di gamb avert” del 1816, sulle tristi vicende amorose del povero Marchionn, ciabattino viandante che perde la testa per la Tetton, e crede di poter fare con lei una famiglia, ma l’epilogo sarà ben diverso. E “La Ninetta del Verzee” (La Ninetta del mercato), del 1814 successo e declino di una pescivendola che si fa raggirare da un bellimbusto che le “brucia” tutti gli averi. Due vividi ritratti di vita e sentimenti popolari, che si seguono con piacere, nella descrizione di quella Milano d’antan, negli stati d’animo così concreti. Occasione soprattutto di ascoltare una lingua colorita, corrosiva, espressiva perfino nel turpiloquio, come è il dialetto “poetico” de Porta . E si rivela legittima la scelta del regista di ibridare l’originale con la bella, vivace traduzione in italiano di Patrizia Valduga che non ne tradisce la forza prorompente. E in questo un plauso va ai due interpreti, Mario Sala e Elena Callegari, attori storici dell’Out Off, qui accompagnati da Tommaso Di Pietro nel ruolo di comparsa, immedesimati con verità nelle vesti dei due poveracci “fregati” dall’amore e dal desiderio, ma anche abilmente disinvolti col dialetto e la vivacità espressiva della lingua del Porta.” Anna Bandettini, la Repubblica Post Teatro, 24 gennaio.
“La lingua materica, unica, essa stessa personaggio, eruzione lavica, magma incandescente che cola nelle orecchie, vive una trasfigurazione attraverso la traduzione della poetessa Valduga, lasciandosi però contaminare dai versi originali.[…] Elena Callegari è una Ninetta baudelairiana, ed ha più ricordi che se avesse mille anni. Ha il merito di portare in una dimensione sublimata, persino serica, le forti emozioni che agitano il personaggio. Suona uno spartito vocale alla Chopin, dove i pianissimi, i tocchi leggeri, i fiori musicali, nascondono i cannoni di accordi pieni, pronti ad esplodere. E’, certamente, una Fedra ribelle alla trama euripidea; è una donna di sentimenti radicali, ulteriore tappa di una lunga teoria di personaggi che passa da Medea, Arianna, Didone.” Danilo Caravà, Milano Teatri.

Recensione di Marta Calcagno Baldini, Il Giornale 18 gennaio.

Articolo la Repubblica 15 gennaio. Intervista di Simone Mosca a Patrizia Valduga.

Il corriere della sera; intervista di Livia Grossi a Lorenzo Loris.

Recensione di Danilo Caravà su Milano Teatri. 27 gennaio.

Recensione di Carlo Tomeo.

Recensione di Saul Stucchi.

Traduzione di Patrizia Valduga
Con Elena Callegari e Mario Sala
Con la partecipazione di Tommaso Di Pietro
Regia di Lorenzo Loris
Musiche originali degli Allievi del “Corso di Musica per l’immagine” della Civica Scuola di Musica Claudio Abbado: Andrea Bevilacqua, Matej Sancin, Fabrizio Zirilli
Scene Lorenzo Loris, Luigi Chiaromonte, Gianluca Sesia
Interventi pittorici Giovanni Franzi
Costumi Nicoletta Ceccolini
Schema Luci Luigi Chiaromonte
Luci Iacopo Bertrand Bonalumi, Lottieri e Lorenzo Loris
Produzione Teatro Out Off
Con il sostegno di NEXT – Laboratorio delle idee per la produzione e la programmazione dello spettacolo lombardo – Edizione 2024/2025

Biglietti Intero: 20€ | Under26: 14€ | Over65: 10€
Biglietti online su vivaticket
Prenotazioni: T. 0234532140 | M. biglietteriaoutoff@gmail.com | WhatsApp  393 885 4859

Spettacolo inserito nell’abbonamento Invito a Teatro.

Durata: 85 min.

L’intervista di Isabella Rotti a Lorenzo Loris, Elena Callegari, Mario Sala e Tommaso Di Pietro

Tipo di evento
Tutti
Stagione 2024-2025