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dal 10 al 22 dicembre 2024

martedì, giovedì ore 20:30
mercoledì, venerdì e sabato ore 19:30

domenica ore 16:00

PRODUZIONE TEATRO OUT OFF

TUTTA CASA, LETTO E CHIESA

di Dario Fo e Franca Rame

 

con Monica Bonomi

e con la partecipazione di Tommaso Di Pietro

regia Lorenzo Loris

scene Lorenzo Loris e Luigi Chiaromonte

costumi Lorenzo Loris

interventi pittorici Giovanni Franzi

luci Luigi Chiaromonte

produzione Teatro Out Off

spettacolo in abbonamento Invito a Teatro

 

Torna “Tutta casa, letto e chiesa” di Dario Fo e Franca Rame, che ha avuto tanto successo nelle scorse stagioni. Produzione Teatro Out Off, in scena Monica Bonomi per la regia di Lorenzo Loris.

Tre donne esilaranti, diverse e toccanti raccontano la propria quotidianità troppo spesso costellata di violenze e soprusi. Un testo del 1977 che ha fatto la storia del teatro, ma capace di parlare e illuminare generazioni di donne e uomini. Un testo storico che continua a mantenere intatta la sua portata sociale e la sua forza comica.


TRE MONOLOGHI – TRE DONNE

Lo spettacolo è composto da tre monologhi distinti per tre donne esilaranti e diverse.

Il primo intitolato, UNA DONNA SOLA, è dominato dall’estro spiritoso di una casalinga che sembra disporre di tutto ciò che vuole all’ interno del suo nucleo familiare, ad eccezione della cosa più importante: il rispetto della propria dignità femminile.

La seconda storia, ABBIAMO TUTTE LA STESSA STORIA, è la raffigurazione di un sofferto rapporto sessuale fra un uomo e una donna. C’è anche una favola che attraversando i topos narrativi più noti (il lupo, la strega ecc.) mette a confronto una brava bambina e la sua bambola parlante che si esprime in modo scurrile. Queste due figure sono di fatto la stessa persona. La mite bambina è la parte che subisce e la bambola quella che invece si ribella.

Infine l’ultimo brano, fulminante, agghiacciante e risolutivo che servendosi di una lingua antica del Cinquecento, è ripreso dalla MEDEA di Euripide. Il testo non racconta il dramma della gelosia, bensì il rifiuto di una legge e di una cultura che vuole la donna ossequiante, ancorché umiliata e offesa. È una ballata tragica che Franca Rame dedicava ogni sera alle donne giovani e non più giovani presenti in sala.

Infine come scriveva Franca Rame:

“Lo spettacolo è comico e grottesco perché noi donne sono duemila anni che andiamo piangendo e questa volta ridiamo insieme e ci ridiamo anche dietro e poi perché un signore che di teatro se ne intendeva, un certo Molière, diceva: Quando vai a teatro e vedi una tragedia ti immedesimi, partecipi e piangi, piangi, piangi, poi vai a casa e dici: come ho pianto questa sera!  E dormi rilassato. Il discorso politico ti è passato addosso come l’acqua sul vetro.  Mentre invece per ridere ci vuole intelligenza, acutezza. Ti si spalanca nella risata la bocca, ma anche il cervello e nel cervello ti si infilano i chiodi della ragione.”

LE RAGIONI DI UNA SCELTA

È il caso, in questo periodo, parlare di femminismo?

Certo, è sempre il caso. Che poi questo termine sia utilizzato in modo distorto, denigratorio, inappropriato – forse non è più tempo, è finita l’era del femminismo, è un termine obsoleto – ebbene io lo scelgo ancora, perché è quello che rappresenta meglio lo stato e i diritti delle donne.

Femministe si nasce e femministe si può diventare quando, nel percorso della nostra vita, “si inciampa” in tutti quei torti, soprusi, abusi, subiti dalle donne: è sempre opportuno pertanto ricordare che il diritto di voto, in Italia, è stato riconosciuto alle donne solo nel 1945,  che il numero dei femminicidi è inarrestabile, e che le discriminazioni sono una squallida realtà sotto gli occhi di tutti,  questo prova che la sensibilità fisica e psicologica di una donna, anziché essere fonte di ricchezza, è causa di sopraffazione.

Lorenzo Loris

 

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