

Biglietti 20€ | Acquista online Corpora
Acquista online l’abbonamento all’ intera rassegna “Prendere posizione. La voce di quattro giovani compagnie”
prenotazioni: 0234532140; biglietteriaoutoff@gmail.com
dal 9 al 12 maggio 2024
da giovedì a domenica ore 20.30
durata 60 minuti
CORPORA è una compagnia teatrale under 35. La compagnia è composta da Giulia Sangiorgio, regista, Eliana Rotella, drammaturga e Chiara Donadoni, organizzatrice, diplomate alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi e Andrea Centonza, designer multimediale
Il loro primo spettacolo CORPORA, da cui prende il nome la compagnia, affronta la difficoltà di elaborare il lutto in una società priva di riti. Il testo è finalista del Premio Pier Vittorio Tondelli 2021, menzione al Premio InediTo 2021.
Lo spettacolo è finalista del Premio Pim Off per il Teatro Contemporaneo 2022, semifinalista In-Box 2022 e vincitore del bando Start and Go 2021 indetto dal comune di Genova.
ph: Giulia Ogliari
SINOSSI
Tu che leggi, un giorno, morirai. Anche noi, certo. Moriremo tutti. Nessun allarmismo. Solo una constatazione. Meglio non pensarci. Ma ormai è fatta. Succederà. E allora come possiamo vivere con questo pensiero? La vicinanza con la morte ci ha messo di fronte all’assenza di un vocabolario per affrontarla, sostituito dalla preghiera quotidiana di numeri e dati. La morte non ha un volto, solo un grafico. Non c’è più alcun rito che venga in soccorso a chi resta e a chi se ne va. Fatti, luoghi, personaggi e circostanze diverse si intrecciano nel punto di intersezione fatale per costituire un racconto unico. Storie di corpi nel tempo che precede la sparizione. I performer prestano le sembianze a figure sulla soglia, a contatto diretto con il salto nel vuoto. Lo spazio si compone e ricompone grazie a pochi elementi, quattro bare bianche, simili quasi ad artefatti alieni precipitati. Quali riti ci restano oggi? A quali parole aggrapparci? Questa sinossi ci sopravvivrà. Speriamo bene.
ph: Giulia Ogliari
NOTE DI REGIA
Quattro bare bianche il cui spostamento riplasma continuamente l’identità della scena e degli attori, evocando situazioni e luoghi reali, simbolici, affettivi. Come la vita stessa, lo spettacolo è sempre in movimento, muta forma di continuo di fronte all’unico evento su cui non c’è rimedio né controllo. Resta sullo sfondo, oltre la scena, ben visibile, la sagoma di una soglia, simbolo del trapasso, sfacciatamente luminosa, unica costante al cui cospetto tutto muta e nulla resta fisso. Talvolta le bare diventano superficie di proiezione per l’immagine video, procedendo a un racconto diverso, mediatico e figurativo della malattia e della morte, non esente talvolta dal ridicolo e dal parossismo.
Lo spettacolo si annuncia come un rituale. Gli attori attendono gli spettatori come invitati a una veglia. Li guardano, si lasciano guardare. Daranno corpo e voce, in un realismo essenziale, a chi ha perso sia l’uno che l’altra.
Personaggi, più o meno rarefatti, spesso si rivolgono al pubblico direttamente, rompendo la quarta parete: lo interrogano su questioni, condividono esperienze. La scena è un limbo tra vita e morte, su cui lo spettatore può affacciarsi.
ph: Giulia Ogliari