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Dal 27 novembre al 7 dicembre

martedì, giovedì ore 20:30
mercoledì, venerdì e sabato ore 19:30
domenica ore 16:00

LA SIGNORINA ELSE

di Arthur Schnitzler
con Cecilia Cinardi
disegno luci Alessandro Carletti
scene e costumi Emanuela Dall’Aglio
coreografia Michela Lucenti
drammaturgia e regia Federico Olivetti
Nuovo allestimento 2025

Produzione Teatro Out Off e Teatro dei naufraghi

 

La signorina Else è un breve romanzo del 1924 di Schnitzler . Al centro dell’opera, un perfetto esempio di monologo interiore, c’è la dialettica tra legge e desiderio: la legge morale (della famiglia) che pretende da Else – un’adolescente – il sacrificio di sé e del proprio corpo e il desiderio che si realizza come disobbedienza, libertà e caduta. L’irrisolvibilità di questa dialettica precipita nella tragedia.

Else, una ragazzina appartenente all’alta borghesia viennese del primo ‘900, è in vacanza in un elegante albergo a San Martino di Castrozza, nelle Dolomiti. Durante il soggiorno, riceve un telegramma dalla madre, che le ordina, di prostituirsi per salvare il padre da un disastro finanziario e dal carcere.

Note di regia

Lo spettacolo è nato in un periodo particolarmente vivo. Avevo una compagnia, all’epoca: “La rabbia giovane” (dal film di Malick).  Alle produzioni partecipavano diversi artisti e artiste, molto talentati: Juri Ferrini, Alessandro Averone, Cecilia Cinardi, Pia Lanciotti, Fausto Cabra, Valentina Bartolo, Clara Galante, Paolo Musio, Marco Lorenzi…  Ci si incontrava una volta alla settimana in un seminterrato gelido, umido e puzzolente nella periferia di Roma. Era la sede di un’accademia gestita da un genio: Francesca Viscardi, allieva di Susan Batson assistente di Arthur Miller, maestra di Nicole Kidman, Sean Penn e Juliette Binoche. Un inverno mi presentai da Francesca con un romanzo breve – La signorina Else, appunto. Credevo fosse un ottimo materiale per la pratica attorale. Francesca divise il testo in scene a due. Distribuì i ruoli agli attori del gruppo. E ci invitò a studiare e a presentarle, il giovedì, proposte più o meno improvvisate. Quel genio sapeva leggere nel cuore degli uomini. E presentarle un lavoro era davvero terrorizzante. Dopo alcune settimane, una notte di insonnia, chiamai Cecilia Cinardi e le dissi: “Facciamone uno spettacolo! Facciamone un monologo!” – Cecilia non capiva. “La signorina Else deve essere un monologo. Devi fare tutto tu: devi fare Else e devi fare tu tutti i personaggi”. Seguì una magia: nel mese successivo Cecilia introiettò i contenuti che tutti noi avevamo proposto a Francesca. E ne derivò la recita di una vera e propria dissociazione.  Da un punto di vista meramente attorale, però, eravamo ancora imbrattati di naturalismo. Pensammo al tempo di Schnitzler – molto simile al nostro – e all’estetica nel tempo di Schnitzler. Mi confrontai con Emanuela Dall’Aglio – a cui in quel periodo affidavo le scenografie e i costumi – e la scelta si orientò verso l’espressionismo, in particolar modo ci ispirammo a Otto Dix. Giorno dopo giorno, il monologo stava diventando la voce di uno specchio in frantumi. Ritmicamente, però, era monotono. Chiamai, allora, Michela Lucenti che ci portò la lezione di Pina Bausch, aiutandoci a raccontare un corpo alienato, automatizzato, rotto.  Dopo forse un mese, andammo in scena a Roma, all’Ambra Jovinelli. Un fiore del caso e dell’entusiasmo… Federico Olivetti

INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI:

Prenotazioni e informazioni: T. 0234532140 | M. biglietteriaoutoff@gmail.com

Biglietti online su Vivaticket

 

 

 

 

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