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Dal 18 al 23 marzo 2025
di Virgilio
Traduzione Rosa Calzecchi Onesti
Adattamento e interpretazione Paolo Musio
Spazio sonoro/Composizione Francesca Fabrizi
Produzione TPE – Teatro Piemonte Europa / Festival delle Colline Torinesi
Lettura dei 12 libri del poema Eneide di Virgilio articolata in sei serate.
Martedì 18 marzo ore 19:30 Libri 1-4: durata h 2:30
Mercoledì 19 marzo ore 19:30 Libri 5-8: durata h 1:40
Giovedì 20 marzo ore 19:30 Libri 9-12: durata h 1:30
Venerdì 21 marzo ore 19:30 Prima metà. Libri 1-6: durata h 3:35
Sabato 22 marzo ore 19:30 Seconda metà. Libri 7-12: durata h 2:15
Domenica 23 marzo ore 16 Lettura integrale. Libri 1-12: durata h 6
Le durate si intendono con intervalli.
L’Eneide racconta la fuga da una città in fiamme per una guerra. Molti, oggi fuggono o tentano invano di fuggire da città in fiamme.
L’Eneide racconta quanto poco operi la ragione nelle cose umane, mostrando l’insensatezza della guerra, racconta viaggi pericolosi di profughi per mare, naufragi, separazioni e abbandoni, lutti, errori nel tenere la rotta, errori nell’interpretazione dei segni dai quali ognuno cerca di far derivare le proprie scelte, cerca di decifrare il proprio destino, sia esso o no quello di fondare una città.
L’Eneide racconta collisioni ma anche incontri tra mondi, Oriente ed Occidente tra dialogo e conflitto. In questo scenario la diversità delle culture è all’origine della complessità del presente al punto che, ora come allora, possiamo felicemente scoprire che gli stranieri, i diversi, i senza patria siamo noi.
Fuori dalla logica antologica, il percorso completo attraverso i 12 libri dell’Eneide di Virgilio dà la possibilità di trovare le relazioni tra le parti, percepire il quadro complessivo, seguire i vari motivi che vi si intrecciano come correnti sottomarine visibili da increspature sul mare.
La lunga durata, il permanere a lungo nel racconto, nell’intrico di emozioni, azione e riflessioni della più alta poesia è un tentativo di rispondere con lo strumento attivo dell’immaginazione al consumo di microscopiche parti, di brandelli di emozioni, per lo più orrori, ma anche stupore o bellezza da stereotipi, che ci vengono somministrati ogni giorno.
Brecht chiama “pensieri paralizzanti” quei pensieri che ci impediscono azioni di contrasto nei confronti di chi o cosa con il suo operato nega la nostra libertà, crea e perpetua ingiustizia e così facendo distrugge le fondamenta del nostro vivere civile. La lettura pubblica dell’Eneide, esperienza insieme intima e condivisa, è vissuta da chi la propone come un atto politico, contro i “pensieri paralizzanti”, a partire da un’idea di mondo come modificabile.
Alla fine del primo libro dell’Eneide, Didone ordina che si prepari una grande festa in onore di Enea e dei suoi compagni, per celebrare l’incontro. Tutti gli invitati, come anche gli ospiti, sono arrivati lì da terre lontane, c’è una città nuova da costruire, tante aspettative, ma nessuno sa nulla di cosa li attende in futuro. E’ una lunga notte in cui tutto sembra possibile. Un aedo intona una canzone, la musica riecheggia nelle grandi stanze del palazzo. Dopo tanto dolore, tanta fatica, tanti pericoli sempre diversi e – noi lo sappiamo – prima di altrettante difficoltà, speranze tradite, rovesci di fortuna, per una notte, donne e uomini riuniti in nome dell’ospitalità ascoltano un cantore che ricorda loro l’avvicendarsi delle stagioni, il cielo stellato che tacitamente gira sopra le loro teste, il corso della luna e del sole. Quella notte essi sentono in sé tutto lo splendore e la fragilità della condizione umana. Sul finire della notte, Didone, sul nascere di un amore, chiede ad Enea di raccontare la sua storia. Ripercorrerla è doloroso ma necessario. L’eco di quella notte giunge fino a noi, ci chiama, siamo tutti, a pieno diritto, invitati a partecipare.
Paolo Musio
Attore e autore di testi e di adattamenti teatrali. Diplomatosi come attore presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” di Roma nel 1987, ha collaborato, in parti di rilievo o come protagonista, in Italia e all’estero, con i seguenti registi: Trionfo, Patroni Griffi, Salveti, Testori, Squarzina, Castri, Terzopoulos, Barberio Corsetti, Waas, Cirillo, Nekrosius, Ronconi, Cobelli, Martone, Rambert, Bogomolov, Popolizio, Lenton, Deflorian. Nel 1993 fonda la compagnia Quellicherestano, con la quale realizza spettacoli da testi di autori come Brecht, Jarry, Achternbusch, Büchner, Müller, Lorca, Strindberg, Plauto, Schwab, Moravia. Tra gli adattamenti: Il banchiere anarchico da F. Pessoa, Eremos da C. Michelstaedter, L’uomo invisibile da H. G. Wells e E. M. Cioran, Il bosco da Robert Walser. A partire dal 2002 avvia una ricerca personale che lo porta a promuovere progetti interdisciplinari che coinvolgono artisti e musicisti tra cui Thorsten Kirchhoff, Daniel Bacalov, Riccardo Ancona.
Nel 2012 inaugura lo spazio Idiòt a Torino, nel quartiere di Porta Palazzo, uno studio d’artista che si apre al pubblico in occasione di eventi. Idiòt è un progetto interdisciplinare basato su educazione e sguardo sulla società, ricerca teatrale, attenzione ai vari linguaggi dell’arte contemporanea.
Per Idiòt allestisce gli spettacoli Voce, con Thorsten Kirchhoff, Uomo invisibile, Furore da Steinbeck, Sotto la scure silenziosa dal De rerum natura di Lucrezio. È tra i docenti collaboratori dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico” di Roma.