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Foto di Alessandro Villa

Dal 13 al 23 novembre 2025

martedì, giovedì ore 20:30
mercoledì, venerdì e sabato ore 19:30
domenica ore 16:00

ELENA (‘H ‘ Eλένη)

di Ghiannis Ritsos
traduzione di Nicola Crocetti
regia Elena Arvigo
con Elena Arvigo
e con Monica Santoro (flauto traverso e canto)
scene e costumi Elena Arvigo in collaborazione con Maria Alessandra Giuri
assistente alla regia Monica Santoro
consulenza al testo Francesco Biagetti
consulenza musicale Ariel Bertoldo
produzione Teatro Out Off in collaborazione con Compagnia Elena Arvigo
(Associazione SantaRita & Jack Teatro)

Spettacolo in abbonamento Invito a Teatro

Lo spettacolo dedicato a Ritsos — magistralmente tradotto da Nicola Crocetti — più a lui fedele, più doloroso, più compiuto che io abbia mai visto. Sottolineo questa eccellenza non solo per Arvigo, la cui arte è indiscussa e che ben conosciamo, ma proprio per Ritsos — non uno dei grandi poeti greci del Novecento, ma uno dei grandi poeti in assoluto. 
Franco Cordelli, Corriere della sera

 

Elena Arvigo, interprete intensa dell’animo femminile, torna in scena da giovedì 13 a domenica 23 novembre con ELENA (‘H ‘ Eλένη) di Ghiannis Ritsos nella traduzione di Nicola Crocetti. Il poemetto ELENA – incluso nella raccolta Quarta dimensione, considerata il capolavoro massimo di Ritsos – è ispirato al personaggio mitico di Elena, regina di Sparta, icona dell’eterno femminino. La forma scelta da Ritsos è quella del monologo in versi rivolto a un personaggio che resta una muta presenza sulla scena. È stato scritto nel 1970, durante la detenzione detenzione a Karlovasi sull’isola di Samo, nel periodo del regime militare dei colonnelli, che presero il potere in Grecia dal ‘67 al ‘74.

Ritsos, spogliato della libertà e in isolamento, immagina un’Elena vecchissima, dall’età indefinibile, immersa nei ricordi, che si confessa tra memoria e disincanto a un visitatore silenzioso (forse «figura» dello stesso poeta). Nel testo originale, il monologo è l’unico che presenti, davanti al nome dell’eroina, l’articolo determinativo: ‘H ‘Eλένη, quasi a dire: “proprio lei, Elena, la mia Elena”».

Elena riflette sul passare del tempo che tutto travolge e, lucidissima, rievoca l’antico splendore: «a poco a poco le cose hanno perso senso, si sono svuotate; /d’altronde ebbero mai alcun senso?». Ritsos attraverso il suo teatro-poesia libera Elena dal suo stesso mito e concede alla propria amata attrice la possibilità di essere finalmente un diverso personaggio: una donna. Ma ecco apparire in questo naufragio esistenziale una speranza fuggevole ma tenace, come le erbacce che, malgrado tutto, crescono sulle rovine e le ricoprono. C’è qualcosa che si salva dalla distruzione e ci conforta: la desolata e inspiegabile bellezza di tutti quegli eventi che sembravano insignificanti e quel mistero vitale e inspiegabile che si nasconde dentro ogni umano “resistere”. «Eppure – chissà – là dove qualcuno resiste senza speranza, è forse là che inizia la storia umana, come la chiamiamo, e la bellezza dell’uomo.»

ESTRATTI DALLA RASSEGNA STAMPA

Elena Arvigo “dà voce alla dolente ribellione di una donna contro l’insensatezza del male, del sopruso, della violenza, delle armi. […] Una resistenza che è anche azione, rivolta, presa di coscienza […]. Non a caso, d’altronde, la stessa Arvigo, dopo l’epilogo e gli applausi, ci tiene a sottolineare che Elena 𝐸𝑙𝑒𝑛𝑎 è dedicato a tutti i popoli sottomessi e sofferenti; in particolare, a quello palestinese. Perché la poesia non ha confini geografici o temporali. E perché il teatro, da sempre, è il luogo migliore da cui guardare il mondo e la sua vacillante umanità.” Laura Novelli, Liminateatri
“Una straordinaria interpretazione della Arvigo nel ruolo di Elena. […] Sublime la Arvigo che è mirabile nel narrare la solitudine di Elena, la regina di Sparta, magnifica nel fermare ogni parola con una semplicità indescrivibile. La voce di Elena incanta il pubblico, colorando il tempo che passa, carico di nostalgia. La rappresentazione sul palco è pura poesia, che attraverso il teatro di Ritsos, fa rivivere i miti e libera Elena dal suo stesso mito.” Stefania Petrelli
“Prestazione maestosa di Elena Arvigo: la straordinaria attrice supera con il proprio talento la sostanza del copione, portando sul palcoscenico un personaggio pieno di sfumature che ammalia gli spettatori. La bravura della protagonista rischia quasi di sopraffare tutta la messinscena, senza però farlo veramente; la sua prestazione è comunque sensazionale” Gabriele Amoroso, Brainstorming culturale.
“Elena è un inno alla libertà e alla resistenza: dalla guerra, dall’oppressione, dalla violenza, dalla miseria materiale. […] Il messaggio potente dello spettacolo, che riesce abilmente a suggestionare, accompagnando il pubblico in una dimensione a-temporale, riporta alla fine lo spettatore alla realtà. Come in un brusco, drammatico risveglio.” Agata Iacono, L’antidiplomatico
“Qui, in questo sospeso esistere, tutto è azione, è grido silente che implode in lacrime di dolore. L’interpretazione dell’Arvigo è ipnotica. […] Aveva così tanto attratto e affascinato il pubblico che ho avuto la sensazione che il pubblico non volesse battere le mani per la fine dello spettacolo. A tanta bellezza non si accetta la fine. […] D’altronde chi meglio di lei ha saputo sporcarsi di terra allontanando la polvere. Chi meglio di lei – artista antica e moderna – poteva mostrare il crollo delle sperante e l’eterno resistere delle donne. E dopo applausi scroscianti e battere di piedi della durata di qualche minuto, l’Arvigo energica ed emaciata dall’immedesimazione toccante che tanto le è venuta naturale fa la sua dedica: «… ai paesi oppressi e al popolo di Palestina»” Veronica Meddi

CONTROSCENA 18/02/2024 ENRICO FIORE

La regia di Elena Arvigo inquadra il cuore del testo con decisione e precisione assolute: a cominciare dal fatto che sostituisce il visitatore muto di Ritsos con una bravissima Monica Santoro che si esprime col flauto traverso e col canto, giacché, s’intende, la musica determina il massimo della comunicazione pur prescindendo dalle parole. Le quali, poi, vengono adoperate dalla Elena Arvigo attrice con una sensibilità – appassionata e tormentata insieme – ch’è capace di sviscerarne anche le più segrete vibrazioni, in tal modo spogliandole d’ogni lenocinio che sia dettato dal loro uso (e abuso) comune.

Recensione completa: https://www.controscena.net/enricofiore2/?p=10193

 

IL MESSAGGERO 18/02/2024 KATIA IPPASO

Disarmata, lucida, dolente è l’Elena di Ghiannis Ritsos vissuta da Elena Arvigo, attrice di fibra antica, preziosa, che con questo suo assolo attraversa una soglia sottile, nominando con furia e dolcezza la drammatica condizione umana. Impegnata in un combattimento senza tregua con il verso nitido del poeta greco, l’interprete genovese (che qui cura anche regia e scene) ci fa incontrare l’Elena del mito nel momento in cui, da vecchia, tutto vede e comprende. In una scena materica in cui i segni terrestri trascolorano nel silenzio siderale di un aldilà immoto, Arvigo dona lucentezza ad ogni sillaba. Così che la parola si fa arma contro arma, dono sapiente di pace contro la follia della guerra. Con lei la cantante e flautista Monica Santoro, che in questo Ade mistico e sensuale diventa di volta in volta ancella, testimone, sorella.

 

TEATRO E CRITICA 19/02/2024 SABRINA FASANELLA

Così Elena è una donna e tutte le donne, ha duemila anni e gli occhi di una bambina, è vittima e carnefice. Arvigo si fa abitare dal verso del poeta che sgorga in lei percorrendo strade tortuose, cambiando di stato, sciogliendosi in rivoli di senso attraverso il vibrare delle sue agili corde vocali per farsi infine nebbia e avvolgere i sensi. Il suo corpo, i suoi occhi liquidi, la sua mimica chirurgica sono il fulcro della messa in scena. Ad accompagnarla è il fantasma di un’ancella, Monica Santoro: presenza complice e sospetta insieme, come lo siamo noi spettatori, inconsapevoli interlocutori di un disincantato flusso di coscienza. 

Recensione completa: www.teatroecritica.net/2024/02/elena-regia-di-elena-arvigo/

 

VISIONI DEL TRAGICO 29/01/2024 RAFFAELLA VICCEI

Arvigo innesca un perfetto gioco teatrale. Negli occhi grandi e cupi ricordo e oblio si confondono, attraverso gli occhi si vedono le piccole cose viste da Elena, una farfalla, una mosca, «un pezzo di carta» che «rotola per strada», cose che «hanno una bellezza desolata, inspiegabile». Di tutto questo e del fissare «ogni cosa con una chiarezza indicibile, imperturbabile» sanno raccontare gli occhi di Elena Arvigo. –  straordinaria nel farsi carico della solitudine di Elena. Monica Santoro, inoltre pregevole presenza musicale nello spettacolo

Recensione completa: www.visionideltragico.it/blog/contributi/il-terzo-fiore-elena-di-ghiannis-ritsos-con-elena-arvigo-teatro-out-off-di-milano

 

BE BEEZ 04/02/2024 MARIO CERVIO GUALERSI

Alla sua Elena regala dolcezza velata di malinconia e talvolta d’ironia, mai astiosa o recriminante: un’eccellente performance che muove all’empatia con il personaggio nella sua ferma condanna della guerra.

Recensione completa: bebeez.it/arte/amori-infelici-guerre-e-miti/

 

GUFETTO PRESS 18/02/2024 ELENA D’ELIA

Quello di Ghiannis Ritsos o è un testo forte, denso di parole, ricchissimo di contenuti e di emozioni: una sfida che Elena Arvigo, di formazione strehleriana, vince nettamente. L’incessante flusso di parole viene gestito magistralmente dalla Arvigo catturando lo spettatore lungo l’intera ora di spettacolo mantenendo sempre alta la tensione scenica. Se è vero che l’arte è portatrice di verità è vero anche che per metterla in pratica ci vuole coraggio. Questo aspetto non manca a Elena Arvigo-

Recensione completa: https://gufetto.press/teatro/roma/elena-teatro-argot-studio-viaggio-nella-coscienza-umana-attraverso-luniversalita-del-mito/

 

KRAPP’S LAST POST 15/01/2024 VINCENZO SARDELLI

Elena Arvigo, artista indipendente e radicale della scena italiana, realizza uno spettacolo di teatro combattente e sofferto. Una nuvola di fumo avvolge la scena. Un luogo non luogo. Un tempo senza tempo. . È una madonna laica che convive con le proprie ambiguità. Ma il dialogo con i morti è anche contatto con la vita. La ferita è pharmakon. E restituisce, nel profondo deliquio, il sogno infranto di un paradiso perduto. Dentro il viso scavato di Elena Arvigo la memoria dei defunti. Il riflesso della loro presenza nelle lacrime. Dissociata e disincantata tra bagliori effimeri, Elena è una grande madre che scopre la propria sensualità dirompente e pudica, che svela i propri tormenti, e si fa carico dello strazio di un’epoca. Recensione completa: https://www.klpteatro.it/elena-ghiannis-ritsos-elena-arvigo-recensione

 

EORATEATRO 16/02/2024 SONIA REMOLI

Una mirabilmente decadente Elena Arvigo. È spettacolo. È meraviglia. È una stupefacente modalità di onorare la poesia di Ghiannis Ritsos. Quel resistere comunque, anche quando tutto perde senso. Quell’elegiaco denunciare attraverso la potenza del mito. Noi del pubblico percepiamo di essere introdotti a qualcosa di sacro: come in un rituale nel cui canto d’apertura si chiede il favore della Luna, casta diva. Il suo è un parlare come un canto fascinosamente ospitale verso picchi e cadute: nei toni, nei ritmi, nei timbri. Ma il parlare dell’Elena dell’Arvigo è anche la voluttuosità dei suoni onomatopeici. È il dare corpo sonoro ad ogni singola sillaba. È come se l’Elena dell’Arvigo facesse all’amore con i suoni delle paroleE con il quale veicolare un determinato significato. È spettacolo. È meraviglia. È una stupefacente modalità di onorare la poesia di Ghiannis Ritsos.Quel resistere comunque, anche quando tutto perde senso. Quell’elegiaco denunciare attraverso la potenza del mito.

Recensione completa: https://eorateatro.com/2024/02/16/recensione-dello-spettacolo-elena-di-ghiannis-ritsos/

QUARTAPARETE 19/02/2024 ELENA SALVATI

Un monologo dal sapore antico che ricorda quanto il Teatro possa fare da portavoce nell’espressione di concetti politici e sociali.

Recensione completa: https://quartapareteroma.it/elena-elena-amore-mio/

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